la
mostra
Ripercorrere la cortina di ferro, una linea ormai invisibile
di settemila chilometri che traccia i confini dell’Europa
dell’Est, apre alla possibilità di verificare
quanto è cambiato in questi decenni.
I progressi e i regressi compiuti rispetto a quelli
che erano una volta due mondi nella stessa Europa.
La linea di confine scomparsa un ventennio fa, ieri
uno spazio anche fisico, oggi rimane un luogo mentale,
un tragitto da percorrere da Nord a Sud e viceversa
e attraversare liberamente da Est a Ovest e da Ovest
ad Est.
Questa l’intenzione del reportage, quella di raccogliere
liberamente le atmosfere di un tempo e quelle scomparse,
raccogliere cambiamenti e paesaggi che sono invece rimasti
sempre uguali.
Ritornare in luoghi storicamente importanti per fotografarne
le evoluzioni o registrarne gli immutati aspetti. Puntare
ad Est e Ovest lungo il tragitto un tempo invalicabile.
Un’unica sequenza di immagini, metodica e ossessiva,
farà da collante alle altre raccolte liberamente
tra paesaggi, ritratti, scene di vita: ad intervalli
regolari due immagini riprese dalla vecchia linea di
confine guarderanno una ad Est e una ad Ovest.
Qualunque cosa accada, qualunque cosa sia presente,
le immagini simboleggiano come oggi quel muro che impediva
la vista, la comprensione reciproca, la curiosità,
il passaggio non esiste più e si è liberi
di guardare, osservare, pensare, attraversare.
Dalla Mostra un catalogo
che raccoglie oltre alle immagini, un saggio di Silvio
Pons e una selezione di documenti conservati presso
il National Security archive di Washington D.C.
il fotografo
Davide Monteleone, tra i fotogiornalisti che meglio
conoscono questa regione d'Europa, ha percorso 4.000
Km in auto per documentare, a vent'anni dal crollo della
cortina di ferro, i cambiamenti avvenuti in questa parte
di Europa. Ha viaggiato da Gorizia a Stettino (Polonia),
passando per l'Italia, la Slovenia, l'Austria, l'Ungheria,
la Slovacchia, la Repubblica Ceca, la Germania, soffermandosi
con particolare attenzione a Berlino e in Polonia. |