Rapporto 
                        2007 sull'integrazione 
                        europea 
                        della Fondazione Istituto Gramsci e del CeSPI 
                        PERCHÈ 
                        L'EUROPA? 
                        a cura di José Luis Rhi-Sausi e Giuseppe Vacca 
                         Il Mulino, 
                        Bologna 2007 
                         
                        p. 286, € 21,00 
                        ISBN 978-88-15-11907-0 Il 
                          50° anniversario della firma dei Trattati di Roma 
                          (25 marzo 1957), istitutivi della Comunità Economica 
                          Europea, ha avuto luogo in una fase difficile del processo 
                          di integrazione europea: i giri a vuoto della Strategia 
                          di Lisbona, la bocciatura, in Francia prima ed in Olanda 
                          poi, del Trattato costituzionale e, successivamente, 
                          il modestissimo accordo raggiunto sulle Prospettive 
                          finanziarie 2007-2013 sono le punte di un iceberg di 
                          smarrimento delle ragioni dell’Unione. Sotto la 
                          superficie del mare in cui l’iceberg galleggia 
                          si intravede minaccioso il risveglio dei populismi nazionalisti, 
                          delle paure dell’altro, delle identità 
                          chiuse ed arroccate. Di fronte a tale scenario, la sezione 
                          monografica del Rapporto 2007 ha l’obiettivo di 
                          indagare le ragioni attuali per «fare» l’Europa. 
                          Le ragioni di ordine prevalentemente interno al continente 
                          (eliminare le radici culturali e materiali alla base 
                          dei conflitti della prima metà del ‘900) 
                          indicate dai padri fondatori non sono più sufficienti. 
                          Si deve andare oltre e guardare alle ragioni di ordine 
                          esterno, ossia all’Unione Europea come «strumento» 
                          per affermare l’interesse nazionale nel contesto 
                          dell’integrazione globale. Per far ripartire la 
                          marcia integrazionista è allora necessario esplicitare 
                          un pensiero che assuma come fondativo dell’agire 
                          politico il valore dell’incontro e del dialogo 
                          tra le civiltà. Ed è inoltre necessaria 
                          un’analisi che riconosca i vantaggi già 
                          colti e le potenzialità da cogliere dell’integrazione 
                          globale dei mercati e delle comunità nazionali; 
                          e che, al tempo stesso, riconosca la dimensione storica, 
                          quindi reversibile di tale integrazione e i rischi connessi 
                          alle derive nazionaliste, e che sottolinei le crescenti 
                          difficoltà, sopratutto per le culture progressiste, 
                          a puntellare l’attuale ordine mondiale segnato 
                          dal cosmopolitismo dell’economia e dal nazionalismo 
                          della politica. La seconda sezione è invece divisa 
                          in rubriche: sugli sviluppi istituzionali, l’Unione 
                          allargata e l’economia mondiale, la costruzione 
                          dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia, 
                          la politica estera e di difesa.  |