Volterra rende
omaggio a Visconti con mostre e conferenze . La città,
sfondo del film «Vaghe stelle dell' Orsa»
con Claudia Cardinale e Jean Sorel, Leone d' Oro a Venezia
nel 1965, è stata teatro, fino a tutto settembre,
di mostre, conferenze, proiezioni, lezioni, tutte dedicate
alla memoria del regista scomparso nel 1976.
"Vaghe stelle dell'Orsa è stato
forse il più laborioso dei miei film" affermò
Luchino Visconti. Per ricostruire la storia della realizzazione
del capolavoro, che vinse il Leone d'oro al Festival
di Venezia nel 1965, è stata allestita una Mostra,
visitabile fino alla fine di settembre, con la promozione
del Comune e della Regione Toscana, in collaborazione
con la Fondazione Istituto Gramsci di Roma, e la sponsorizzazione
della Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A., della Fondazione
Cassa di Risparmio di Volterra e del Consorzio Turistico
Volterra Valdicecina.
Nell'ampio spazio delle Logge dei Priori sono stati
raccolti documenti di varia natura e immagini, che raccontano
l'ideazione e la realizzazione del film: "Un giallo
dove tutto è chiaro all'inizio e oscuro alla
fine", come lo definì Visconti.
La prima idea maturò durante un soggiorno a Castiglioncello,
quando il regista chiese ai due fedeli sceneggiatori,
Suso Cecchi D'Amico e Enrico Medioli, di scrivere insieme
una storia, da affidare all'interpretazione di Claudia
Cardinale, un personaggio però completamente
diverso dall'Angelica ne Il Gattopardo, il
successo internazionale di soli quattro anni prima.
Punto di riferimento per i tre, diventa subito la figura
di Elettra e, dopo varie stesure esposte alle Logge,
la sceneggiatura finale racconta una vicenda cupa e
violenta, consumata negli odi di una famiglia in disgregazione
e affronta quello che Luchino Visconti ritiene essere
l'ultimo tabù della nostra società: l'incesto.
I coniugi Sandra (Claudia Cardinale) e Andrew Dawson
(Michael Craig) raggiungono a Volterra la casa natale
della ragazza, per partecipare a una cerimonia in onore
del padre, scienziato ebreo, morto a Auschwitz. Lì
li raggiunge Gianni (Jean Sorel), fratello di Sandra.
L'incontro, la suggestione dei luoghi riporta i fratelli
all'infanzia e fa riaffiorare l'odio sordo che nutrono
per la madre (Marie Bell) e per il suo secondo marito
Gilardini (Renzo Ricci), ritenendoli responsabili della
deportazione del padre.
Gianni confida alla sorella d'aver scritto un libro
sul loro morboso rapporto e Sandra ne rimane sconvolta;
drammatico sarà anche l'incontro con la madre,
malata di mente che il marito tiene in isolamento a
Villa Palagione. Andrew, di fronte alle ambiguità
alle quali assiste, decide di radunare la famiglia a
cena per un chiarimento, ma la serata degenererà,
quando il patrigno accuserà apertamente i figli
della moglie di un legame incestuoso, per vendicarsi
d'essere considerato un assassino.
L'indomani il marito partirà, dopo aver chiesto
alla moglie di seguirlo appena possibile. Gianni mette
in atto il suicidio, minacciato se Sandra non si fosse
fermata con lui a Volterra. A Sandra non resta che presenziare
alla commemorazione.
Finita la fatica della sceneggiatura, la lavorazione
del film s'avviò senza ostacoli.
Per la produzione il regista si rivolse a Franco Cristaldi
che fu felice di lavorare di nuovo con lui, dopo Le
notti bianche. Secondo il giudizio di quest'ultimo,
confermato dalle lettere che si scambiarono, esposte
alla mostra, tutto andò per il meglio, senza
esubero di spese, senza intralci e nei termini di tempo
ipotizzati, fra il 26 agosto e il 18 ottobre 1964.
Eppure Visconti afferma che "la materia del film
si è andata precisando di giorno in giorno. Vorrei
dire che vi hanno contribuito per un certo verso lo
stesso soggiorno a Volterra, l'ambiente di Palazzo Inghirami,
dove ho girato la maggior parte delle scene del film,
il lento procedere dell'autunno durante le riprese".
Volterra dunque ebbe, per ammissione stessa del regista,
un peso che va ben oltre la felice scelta d'ambientazione
di un film; egli afferma d'essere rimasto catturato
dall'"antico enigma etrusco" di cui la città
è permeata.
I materiali esposti - lettere, appunti manoscritti,
scalette, piani di lavorazione, immagini in sequenza
del film, fotografie del set e della troupe al lavoro
- tutti in originale, sono conservati presso l'Archivio
Luchino Visconti della Fondazione Istituto Gramsci.
Mario Tursi, uno dei fotografi di scena che più
assiduamente furono chiamati sui set viscontiani, ha
permesso di esporre le immagini e di integrarle con
fotografie provenienti dal suo archivio personale. Tutte
sono fotografie d'epoca, stampate così come Luchino
Visconti richiese, cioè il più vicine
possibile all'oscurità della pellicola.
L'ultima parte della mostra è dedicata ai manifesti
del film, tratti dalla raccolta del volterrano Riccardo
Raspi, e al materiale di propaganda che servì
al suo lancio.
La Mostra spazia nella città e non poteva che
essere così: Volterra ne fu interprete allora,
insieme a una straordinaria Claudia Cardinale e a Jean
Sorel che invase i sogni di tutte le ragazze della città.
Nulla è mutato, dopo trentacinque anni: stregata
come allora, ambigua e indecifrabile, e, come allora,
seducente e uguale a se stessa. Sono stati sottolineati
i luoghi che si ritrovano nel film: San Giusto, Porta
all'Arco, Le Balze, il Museo etrusco, la facciata di
palazzo Inghirami e quella di palazzo Viti, il Comune
e la Cisterna romana.
I visitatori lasceranno il luogo tradizionale dell'esposizione,
per abbandonarsi al sortilegio della città e
incontreranno flash del film: un omaggio alla memoria
del Maestro e al suo costante confronto fra passato
e presente.
Bruna Conti
e Riccardo Raspi |
Solo un uomo colto
e sensibile come Luchino Visconti poteva intuire così
rapidamente e profondamente lo spirito di Volterra.
Coglierne l’essenza più profonda. La città
non è un semplice fondale per “Vaghe stelle...”,
ma è uno dei protagonisti del film. Siamo doppiamente
grati a Luchino Visconti: ha realizzato un’opera
importante e destinata, come tutte le sue, ad entrare
nella storia del cinema. Inoltre, ha proposto nel mondo
una Volterra affascinante e misteriosa.
Lo ha fatto da artista raffinato qual era, evocando
una città ricca di storia e destinata a vedere
il suo presente condizionato sempre da un ingombrante
passato. L’alto valore culturale dell’opera
ha contribuito, anche, ad un determinante rilancio in
chiave turistica dell’immagine della città.
È stato dunque con vero piacere che abbiamo accolto
la proposta della Fondazione Istituto Gramsci e del
cinefilo volterrano Riccardo Raspi, di dedicare un omaggio
a Luchino Visconti, ricordandolo a Volterra sul set
di “Vaghe stelle...”. Abbiamo pensato ad
un insieme d’eventi in omaggio all’opera
di questo geniale regista e del suo lavoro a Volterra.
Ci è sembrato necessario cercare anche un raccordo
con la cultura ebraica, per quanto contenuto in “Vaghe
stelle...”. Per questo abbiamo contato sul rapporto
di collaborazione culturale che, da anni, abbiamo creato
con la Comunità ebraica di Pisa. Come ogni evento
di particolare rilevanza anche questo ha avuto una gestazione
lunga e complessa. Tuttavia abbiamo avuto la fortuna
di trovare la collaborazione di magnifiche persone e
d’importanti enti ed istituzioni senza i quali
questo progetto non sarebbe stato realizzato. Ringraziamo
tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione
di questo progetto.
Pietro Cerri Assessore
per la Cultura Informazioni Consorzio Turistico |