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STUDI
GRAMSCIANI NEL MONDO Gramsci
in America Latina
a cura di Dora Kanoussi, Giancarlo Schirru, Giuseppe Vacca
Il Mulino,
Bologna 2010
pp. 402 € 31,00
ISBN 978-88-15-13801-9 |
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Premessa
di Giuseppe Vacca e Giancarlo Schirru
Il volume che qui presentiamo fu progettato a Città
del Messico nel novembre del 2007, durante i lavori della
IV Conferencia internacional de estudios gramscianos –
México, organizzata dalla Universidad Autónoma
de la Ciudad de México (Uacm), dalla sezione messicana
della International Gramsci Society e dalla Fondazione
Istituto Gramsci. In quella sede erano presenti tutti
i curatori di questa antologia, e prese corpo l’idea
di ripercorrere in un unico libro lo sviluppo degli studi
su Gramsci avvenuto nell’intero continente latino-americano,
con l’intento di dare spazio non solo alle maggiori
tradizioni nazionali, ma anche alla storia dei loro rapporti.
I lavori proseguirono durante il bimestre di lezioni tenuto
da Giuseppe Vacca alla Uacm nel 2009, e nel seminario
gramsciano organizzato in Brasile dall’Universidade
Federal de Campinas, nel marzo di quell’anno.
Come il lettore potrà notare, ne è risultato
un libro molto più esteso rispetto ai precedenti
usciti nella collana degli Studi gramsciani nel mondo.
Si tratta di una sorta di volume doppio (che esce quindi
non a caso a due anni dal precedente). Ciò non
solo per la sua ampiezza, e per il numero di saggi accolti,
ma anche per lo spessore cronologico: abbiamo infatti
voluto ripercorrere un’intera vicenda storica, che
si origina con la significativa recensione all’edizione
italiana delle Lettere dal carcere scritta a caldo, nel
1947, dallo scrittore argentino Ernesto Sábato
sulla rivista «Realidad» di Buenos Aires.
Questo che, ad eccezione delle poche conoscenze circolanti
in Perù e in Brasile negli anni Venti e Trenta,
è il primo scritto latino-americano dedicato alla
figura di Gramsci, diede inizio a un interesse che in
questa parte del mondo non si è mai spento, giungendo
fino ai nostri giorni. Come si potrà notare, è
stato necessario il lavoro di molte persone. I curatori
delle singole sezioni si sono incaricati della scelta
dei saggi, della loro raccolta e del loro eventuale adattamento:
Raúl Burgos per l’Argentina, Álvaro
Bianchi per il Brasile, Jaime Massardo per il Cile e Dora
Kanoussi per il Messico; quest’ultima ha coordinato
l’intero progetto, assieme alla redazione della
Fondazione Istituto Gramsci che si è occupata della
cura editoriale: esprimiamo in proposito un ringraziamento
particolare a Francesco Giasi per la direzione del lavoro
di traduzione dei testi.
Nella vicenda latino-americana lo studio degli scritti
di Gramsci si è intrecciato, forse più che
altrove, alla storia politica del continente. Non può
essere dimenticato in proposito il passaggio drammatico
costituito dal diffondersi delle dittature militari: questo
fatto, invece di determinare una cesura dell’interesse
per Gramsci, provocò una nuova e decisiva ondata
di studi sul suo pensiero. In questa parte del mondo può
capitare di sentir raccontare da militanti, dirigenti
politici, studiosi, come il loro primo contatto con le
pagine gramsciane sia avvenuto in un contesto difficile:
in carcere, o durante l’esilio, o in una condizione
semi-clandestina. Si è creato così un legame
sentimentale molto forte con la figura di Gramsci, in
cui biografia, storia, politica e sviluppo del pensiero
sono intimamente intrecciati tra loro. Tutto ciò
ha reso opportuno aprire ciascuna delle quattro sezioni
del volume con un’introduzione, in cui viene ripercorsa
la vicenda culturale e storica in cui sono collocati i
singoli saggi. Queste introduzioni, che costituiscono
un motivo di particolare interesse del libro, consentono
anche di recuperare un’ampia bibliografia di studi,
e di colmare alcuni vuoti, a cominciare dall’assenza
di alcuni casi nazionali, tra cui vanno ricordati almeno
quello peruviano o quello cubano. Per quest’ultimo
la lacuna è solo minimamente colmata dalla presenza
di un saggio retrospettivo situato in chiusura del volume.
Dobbiamo avvertire il lettore del fatto che, per poter
accogliere un numero così alto di saggi sono stati
talvolta necessari tagli e adattamenti. Abbiamo creduto
opportuno, per non appesantire la lettura, di evitare
una traduzione filologica in cui le lacune fossero puntualmente
segnalate. L’accessibilità degli originali,
sia sotto il profilo linguistico, sia sotto quello banalmente
materiale (molti di loro sono ormai reperibili in rete),
ha consigliato di dare al lettore italiano un volume di
accesso a una tradizione di studi, il più possibile
rappresentativo della sua varietà, rimandando all’ampia
bibliografia raccolta e citata per ricerche di carattere
specialistico.
Ne è risultato, crediamo, un libro completamente
nuovo, anche se fatto per lo più di scritti già
editi: non ci sono noti infatti altri tentativi di una
raccolta di questo tipo, estesa all’intero continente
latino-americano visto nel suo insieme. Ci sembra quindi
che il suo interesse non si limiti al nostro pubblico
nazionale, come testimoniano già gli altri volumi
usciti in questa serie ormai raccolti anche in molte biblioteche
straniere. |
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