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ANNALE I
Bibliografia gramsciana 1922-1988
a cura di John M. Cammett
Roma, Editori Riuniti, 1991

p. 457, L. 75.000
ISBN 978-88-359-3451-6

Introduzione
di John M. Cammett

Quando tornai ad occuparmi qualche anno fa di studi gramsciani, e iniziai a raccogliere i titoli delle ultime opere apparse in questo campo, mi meravigliai molto nell’apprendere che nessuno aveva anche solo provato ad organizzare questo materiale, e nemmeno era stato portato avanti lo straordinario lavoro iniziato da Elsa Fubini e pubblicato per l’ultima volta nel 1977. Nel frattempo, a New York, un piccolo gruppo di appassionati gramsciani avevano intrapreso una raccolta di materiali in inglese sulla vita e il pensiero di Gramsci. Sulla base di questo sforzo decisi di iniziare l’opera di aggiornamento della bibliografia su Gramsci nel maggior numero di lingue possibili.
Un anno dopo, durante l’estate del 1987, sottoposi una prima stesura dei dati raccolti ad Elsa Fubini, Antonio A. Santucci ed altri colleghi dell’Istituto Gramsci. Decidemmo allora che in un modo o nell’altro la bibliografia sarebbe stata pubblicata. Nel 1988, dopo aver presentato una seconda versione più completa e meglio organizzata, decidemmo che il mio lavoro avrebbe occupato per intero il primo numero di una nuova pubblicazione, gli Annali dell’Istituto Gramsci, che contavamo di presentare al convegno internazionale su «Gramsci nel mondo» da tenersi a Formia nell’ottobre 1989. Nel 1989 furono preparate due versioni della bibliografia, la prima in maggio, la seconda in luglio.
In questa nota introduttiva mi propongo di illustrare la natura, gli scopi e i limiti di questo lavoro così come si è andato configurando. Anche solo dieci anni fa, una bibliografia di queste dimensioni, comprese le appendici e gli indici, non sarebbe stata possibile. I progressi nella tecnologia dei personal computers e la disponibilità di programmi non troppo costosi permettono a chiunque abbia una conoscenza di base del trattamento testi, della struttura di una banca dati, e di come accedere a fonti d’informazione elettronica, di creare bibliografie di questo genere. Senza bisogno di perdersi nei noiosi dettagli tecnici di questo lavoro, tutto ciò che serve è un computer abbastanza veloce dotato di un’apparecchiatura modem, tre programmi di software: 1) un programma per creare banche dati; 2) un programma applicativo per includere i circa 120 caratteri speciali e accenti necessari in una bibliografia multilingue; 3) un programma di comunicazione per avere accesso a più banche dati elettroniche.
L’uso del computer e di banche dati su linea non può ovviamente sostituire del tutto il tipo più tradizionale di ricerca bibliografica. Queste banche dati, infatti, includono per lo più solo gli anni più recenti (di solito a partire dal 1980), e comunque anche per questi anni non sono certo completi: contengono infatti pochissime voci riguardanti le lingue meno comuni o tratte da riviste minori e quotidiani. È stato per questa ragione che abbiamo creato la banca dati a partire dalle voci contenute nei precedenti indici bibliografici e nelle bibliografie su Gramsci già disponibili, primi fra tutti quelli di Elsa Fubini del 1967 e del 1977. Scoprimmo allora che quasi tutti i libri ed articoli su Gramsci pubblicati contenevano almeno una voce che non appariva da nessuna altra parte! Qualsiasi fosse la loro fonte, però, una volta che questi titoli erano divenuti parte della nostra banca dati, diventavano più utili e più flessibili dal punto di vista dell’«informazione».
La costruzione di una bibliografia computerizzata, del resto, è ben lungi dall’essere un processo automatico il computer non è che un «idiota veloce», estremamente efficiente ma completamente privo di immaginazione! Quindi, nel corso di questi tre anni si è dovuto fare e rifare praticamente tutto, a partire dalla strutturazione dei «campi», che costituiscono il contenuto di ciascuna voce, al tipo di indicizzazione e il «formato di stampa» che determina il modo in cui l’informazione viene presentata. Siamo arrivati in questo modo ad un totale di oltre 7000 pubblicazioni (dal 1920 al 1988) in ventotto lingue. Pur avendo controllato e ricontrollato molte delle voci, vi saranno sicuramente errori, come anche, certamente, non avranno trovato posto in questa bibliografia alcune pubblicazioni su Gramsci. Rimane però il fatto che uno dei grandi vantaggi di una bibliografia computerizzata è che la si possa facilmente correggere e aggiornare. Per far questo contiamo sul contributo di tutti gli studiosi di Gramsci del mondo.
Le voci incluse nella bibliografia sono elencate in ordine alfabetico, secondo il nome degli autori, ma con due eccezioni, entrambe all’inizio: gli scritti anonimi (dalla voce l a 181) vengono indicati con due asterischi («**» ); le raccolte con saggi di più autori (da 181 a 264) sono disposte in ordine alfabetico secondo il titolo della raccolta. Sarebbe stato estremamente facile convogliare le due serie nell’ordine alfabetico generale, ma se non lo abbiamo fatto è perché i vantaggi del sistema adottato sono molto maggiori. Le 181 voci che si riferiscono a lavori anonimi sono elencate in ordine cronologico, e sono quindi più facili da trovare, così come è più facile trovare le raccolte di saggi su Gramsci elencate insieme.
Naturalmente, dato che la bibliografia è interamente computerizzata, si potevano scegliere diversi modi per realizzarla, ordinando le voci per anno di pubblicazione, lingua, temi o argomenti. Nessuna di queste alternative, però, offre vantaggi maggiori, nella consultazione, rispetto a una bibliografia ordinata secondo il cognome dell’autore.
L’informazione indispensabile resa più accessibile da questi altri modi può facilmente essere fornita con sistemi molto più rapidi, come abbiamo cercato di fare con le appendici. Per prima cosa si possono fornire quante più informazioni utili possibili a partire dai documenti stessi, oppure si possono indicare, seppur implicitamente, strategie per ulteriori ricerche, che rendano più completa ed accurata una successiva edizione della bibliografia.
La prima sezione riassume la produttività «annua» delle pubblicazioni su Gramsci. A nostro avviso si può imparare molto, e si possono trovare molte conferme, a partire da questi dati. Come risulta chiaramente, infatti, prima del 1937 Gramsci era pressoché sconosciuto nel movimento comunista internazionale e perfino poco noto ad alcuni membri del suo stesso partito, tanto che viene citato in appena 44 pubblicazioni. Ciò non era dovuto soltanto alla discrezione di Gramsci, ma anche alla natura egualitaria dei partiti comunisti in quegli anni e alla natura marginale, semiclandestina, del PCd’I negli anni in cui Gramsci era il capo. Il gran numero di pubblicazioni che apparirono immediatamente dopo la sua morte tra il 1937 e il 1938 uscirono ben 75 lavori su Gramsci testimoniano la forza della sua personalità e l’effetto del modo in cui guidò il partito. A partire da allora la sua influenza ha trovato notevoli conferme in centinaia di «testimonianze» che continuano ad uscire ancora oggi (vedi nell’Indice le voci riportate sotto «memoirs»). All’interruzione dovuta alla Seconda Guerra Mondiale vi sono solo undici voci per gli anni che vanno dal 1939 al 1944 fece seguito la pubblicazione da parte dell’editore Einaudi fra il 1947 e il 1951 delle Lettere dal carcere e dei Quaderni del carcere. A questo proposito appare sorprendente come un numero tutt’altro che esiguo di studiosi ed intellettuali, tra cui molti italiani, non sembrano essere consapevoli dell’importanza di quest’opera.
In media, dal 1947 a tutto il 1952 sono usciti più di cinquanta lavori su Gramsci ogni anno. In quegli anni di guerra fredda, forse non di «ferro e fuoco» come erano stati gli anni Trenta, ma segnati comunque da uno sterile scontro tra due «diversi sistemi sociali», il Pci fu l’unico partito comunista del mondo ad avere il coraggio di ridiscutere i fondamenti del marxismo e la sua realizzazione nel passato e nel mondo contemporaneo. Ovviamente, solo il Pci aveva un Antonio Gramsci e, va aggiunto, un Palmiro Togliatti, il quale aveva spinto perché venissero pubblicati i Quaderni. È vero che ci sono stati dei «tagli» nella preparazione dei Quaderni, e si può sempre contestare il valore delle suddivisioni tematiche di quei volumi. Tuttavia, come ha notato Valentino Gerratana, l’ordine tematico usato nella prima edizione dei Quaderni era «una scelta possibile che Gramsci stesso avrebbe potuto fare se avesse deciso di dare una forma definitiva alla sua opera». Ciò che è fuori discussione, anzi è fin troppo evidente, è che la fama nazionale ed internazionale di Gramsci cominciò proprio in quegli anni.
Il successivo cambiamento quantitativo, un vero e proprio «salto in avanti», si ha nel 1966: da quest’anno in poi la «produzione annuale» non scende mai sotto le 100 pubblicazioni. Particolare attenzione va data alle ragioni cui è dovuto questo cambiamento improvviso in cui sicuramente entrano in gioco diversi fattori politici, sociali, economici e culturali. Per facilitare il lavoro, abbiamo incluso liste per anno e per numero della voce a tutti i contributi. Un incremento simile, seppur forse meno evidente e continuo, si registra nel 1974. Da quest’anno, e fino al 1980, appaiono più di 200 titoli l’anno. Questo aumento considerevole è da collegarsi probabilmente ai successi elettorali riportati dal Pci in quegli anni ed al fenomeno dell’«eurocomunismo». Il numero delle pubblicazioni nel corso degli anni Ottanta non è andato oltre una media di 150 per anno, ma questa media è pur sempre di molto superiore rispetto alla media degli anni precedenti. Da ultimo, non si può non sottolineare la straordinaria produzione negli anni 1977 e 1987, che hanno segnato, rispettivamente, il 40° e il 50° anniversario della morte di Gramsci. Per quegli anni abbiamo un totale di 1275 voci, quasi il 20 per cento dell’intera bibliografia!
Le 2738 voci non italiane rappresentano circa il 38 per cento del totale della bibliografia. Di queste, 909, circa il 13 per cento del totale, sono state pubblicate in lingua inglese. Ma il nostro lavoro in quest’area è lungi dall’essere completo! Altre lingue ben rappresentate nella bibliografia, anche se non ancora in modo completo, sono il francese, il tedesco, il greco, il polacco, il russo e l’ungherese, e le diverse lingue jugoslave. In altri casi abbiamo delle serie lacune: vi è molto poco per quanto riguarda le lingue di paesi dell’Est quali la Bulgaria, la Cecoslovacchia e la Romania. Voci in spagnolo e portoghese sono abbastanza ben rappresentate, ma solo per quanto riguarda pubblicazioni dell’America Latina e non quelle della Spagna e del Portogallo. Considerevoli vuoti esistono nelle voci scandinave ed olandesi; e, infine, non abbiamo quasi nulla per le lingue africane ed asiatiche. Speriamo che queste lacune vengano colmate nei prossimi supplementi a questa bibliografia: contiamo sugli specialisti di Gramsci di tutto il mondo affinché inviino le loro pubblicazioni e le loro bibliografie alla Fondazione Istituto Gramsci a Roma. Nel frattempo, nell’Indice delle lingue tutti i contributi (eccetto quelli in italiano) sono elencati numericamente secondo la lingua in cui sono state pubblicate. Per chi fosse interessato ad una particolare lingua, bastano pochi minuti per controllare l’accuratezza e la completezza di quella lista.
Senza l’aggiunta indispensabile dell’Indice dei nomi di curatori e traduttori e dei soggetti la bibliografia non sarebbe che un elenco di pubblicazioni disposto in ordine alfabetico secondo il cognome degli autori. In questo modo, invece, costituisce la base per una ricerca scientifica su una gran numero di soggetti. L’Indice, ovviamente, accanto ai pregi ha anche dei difetti. Non tutte le voci sono state in esso elencate con la stessa cura; in molti casi, le stesse pubblicazioni non erano disponibili al momento di prepararlo; in altri casi, sono state ripetute troppe volte alcune parole-chiave generali. Forse il suo maggior pregio sta nell’inclusione di nomi ed eventi trattati nelle voci (come Dante o Rosa Luxemburg e PCd’I o Convegno di Imola). Per quanto riguarda i concetti più generali, alcuni sono abbastanza specifici da fornire una guida sicura per gli studiosi: ad esempio, Anarchism, Fascism, Historical bloc, Risorgimento. In alcuni casi, però, la molteplicità di riferimenti di alcune categorie usate più di frequente limita la loro utilità: a cominciare da Consigli, Egemonia, Intellettuali e Letteratura, etc., che vanno sostituiti con sottocategorie più specifiche.
Alcuni dei soggetti-nomi contenuti nell’Indice richiedono una spiegazione. La categoria Memoirs include testimonianze, commenti fatti da un curatore su lettere ed articoli di Gramsci pubblicati separatamente, ed altre fonti primarie (o quasi) per la sua vita e il suo pensiero. Per quanto vi siano più di 400 voci elencate in questa rubrica, siamo convinti che Memoirs costituisca uno degli aspetti di maggiore utilità nella bibliografia, e che dovrebbe essere usata unitamente ad un’altra voce, quella di PCd’I, che contiene riferimenti a pubblicazioni che si concentrano sulla storia del partito fino al tempo della condanna definitiva di Gramsci più che sulla sua vita e sulla sua opera.
Vorrei finire ribadendo che in questa bibliografia non sono incluse opere di Gramsci, in italiano o tradotte, anche se essa comprende le prefazioni e le introduzioni di altri ad esse. Allo stesso modo, essa non comprende gli scritti sulla vita e il pensiero di Gramsci pubblicati dopo il 1988. La Fondazione Istituto Gramsci ha in programma di dedicare parte del prossimo numero degli Annali ad una bibliografia degli scritti su Gramsci apparsi nel 1989. Infine, in occasione del centenario del 1991, ha intenzione di pubblicare una estesa bibliografia delle edizioni delle opere di Gramsci in lingua straniera.
New York, 18 agosto 1989
 
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