luchino visconti a vilnius
Vilnius 30 settembre | 8 ottobre 2005
Sala Espositiva dell'Istituto Italiano di Cultura
a cura di Alessandra Bertini Malgarini

Mostra organizzata in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Vilnius nell'ambito della manifestazione promossa dal locale IIC sull'opera del celebre regista italiano. In programma, una retrospettiva di sette film, e una mostra di fotografie e documenti del Fondo Visconti
la mostra
Nella Sala Espositiva dell'Istituto verrà allestita una mostra di circa 30 fotografie e una selezione di documenti del «Fondo Visconti», che comprende materiale appartenuto allo stesso regista, ora conservato negli Archivi della Fondazione Istituto Gramsci di Roma. Il Fondo è stato donato dagli eredi di Visconti all'Istituto Gramsci nel 1987 con l'intento di diffondere e promuovere la conoscenza sull'opera del grande artista italiano. La selezione, curata dal direttore dell'IIC di Vilnius, Alessandra Bertini Malgarini, è relativa ai film in programmazione.
la retrospettiva
L'Istituto Italiano di Cultura di Vilnius ha organizzato, dall'1 al 7 ottobre, una retrospettiva dedicata all'opera del celebre regista italiano, nell'ambito della quale sono stati proposti (in lingua originale con i sottotitoli in lituano) sette film, alcuni dei quali mai proiettati in Lituania sul grande schermo. La selezione dei film comprende Le notti bianche (1956), Vaghe stelle dell'Orsa (1965), Lo straniero (1967), La caduta degli dei (1969), Morte a Venezia (1971), Ludwig (1973) e L'innocente (1976).
I film arrivano a Vilnius grazie al supporto e la collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, che ne ha curato anche il lavoro di restauro.

il catalogo
Accompagna l'evento la pubblicazione del catalogo Luchino Visconti a Vilnius, a cura dell'Istituto Italiano di Cultura, che comprende una raccolta di saggi di critici italiani e lituani, una biografia dettagliata, schede informative sui film in programmazione e una selezione di fotografie. In particolare, vengono proposti per la prima volta in lingua italiana tre saggi del critico lituano Saulius Macaitis, uno dei maggiori studiosi lituani di cinema italiano, mentre al lettore lituano viene presentata una biografia dettagliata del regista, un saggio sul restauro dei film di Visconti e un'intervista rilasciata da Visconti a Costanzo Costantini (giornalista e critico cinematografico italiano), a pochi mesi dalla morte del regista, nella quale Visconti parla di sé, della sua famiglia ed educazione, dei suoi amici, del suo lavoro e dei suoi sentimenti più profondi, e anche della morte che diceva di non temere. Anche in questo caso si tratta di materiale mai tradotto prima in lingua lituana.
«L'opera di Visconti non necessita di alcuna apposizione. Era una cultura viva nell'anno in cui è nata, ed è vitale e pulsante anche al giorno d'oggi» . Questa affermazione del critico Macaitis sottolinea l'attualità del cinema di Visconti, che a distanza di quasi trent'anni ha ancora molto da offrire allo spettatore: si tratta infatti di un cinema di «uomini vivi», secondo le parole dello stesso regista, che tocca la sensibilità dello spettatore al di là del tempo e della cultura di appartenenza. Non a caso Visconti è stato definito «artista europeo», in grado di assimilare e elaborare in modo estremamente originale aspetti di differenti culture diverse. Ed è proprio in quest'ottica che l'Istituto Italiano di Cultura di Vilnius ha inteso rendere omaggio a Luchino Visconti.

«Perché proprio oggi ci viene proposta una parte cospicua dell'opera di Luchino Visconti? Sarà una sorta di oasi nella corsa generale, che costringe a fermarsi? Ma non un'oasi “pubblicitaria”, che svanisce in un batter d'occhio e irrompe nella coscienza per mezzo di bellezze fasulle, bensì quella che, una volta fermi, invita ad osservare, ad approfondire, stimola il lavoro dell'animo, talvolta assai faticoso. Magica è l'attrazione esercitata da tale opera: come un ritratto classico, sembra accompagnarti con lo sguardo, invitandoti a tornare ancora. In quei casi hai la sensazione che, appena ti giri, capirai qualcosa di essenziale sia su te stesso che sulla vita. Nel periodo “postviscontiano” è apparso nel cinema più di un genio effimero, ma oggi pressoché tutti vengono derisi da insolenti postmodernisti, irriverenti verso le autorità. L'opera di Visconti, però, non viene attaccata da nessuno, poiché tutti capiscono che sarebbe insensato. Anche a me è capitato di usare l'attributo “classico”, ma dire “classico del fumetto”, “classico del thriller”, indica solamente che la data opera adempie bene alle regole non troppo elevate del genere prescelto. L'opera di Visconti, invece, non necessita di alcun attributo. Era una cultura viva nell'anno in cui è nata, ed è vitale e pulsante anche al giorno d'oggi. È un classico il cui valore, come succede in questi casi, si capisce da sé, è semplice, non necessita di apprezzamenti. Nel film Gruppo di famiglia in un interno Burt Lancaster interpreta un aristocratico eremita, collezionista d'arte, nel quale qualcuno vede dei tratti autobiografici dell'artista. Chi lo crede ha ragione e nello stesso tempo sbaglia. Fino al termine della vita e circondato da bellezza ineguagliabile, Visconti non si limitò all' egoistica contemplazione. L'arte da lui stesso creata costituisce un contributo alla vita, significa volontà di cambiarla. Forse non a caso in Gruppo di famiglia in un interno appaiono per la prima volta protagonisti giovani, ingenuamente radicali, ma simpatici, i quali danno un senso anche all'esistenza del protagonista anziano. E negli ultimi appunti di Visconti ce n'è uno che recita: “Giovani, ho fiducia in voi, è a voi che appartiene il mio lavoro. Che siate uniti dalla solidarietà. Siate uniti, quanto possibile. Non vi sto facendo una predica, ve lo dico di tutto cuore”. I giovani lituani risponderanno alla sincerità del Maestro?»
Saulius Macaitis

 
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