il catalogo
Accompagna l'evento la pubblicazione del catalogo Luchino
Visconti a Vilnius, a cura dell'Istituto Italiano
di Cultura, che comprende una raccolta di saggi di critici
italiani e lituani, una biografia dettagliata, schede
informative sui film in programmazione e una selezione
di fotografie. In particolare, vengono proposti per
la prima volta in lingua italiana tre saggi del critico
lituano Saulius Macaitis, uno dei maggiori studiosi
lituani di cinema italiano, mentre al lettore lituano
viene presentata una biografia dettagliata del regista,
un saggio sul restauro dei film di Visconti e un'intervista
rilasciata da Visconti a Costanzo Costantini (giornalista
e critico cinematografico italiano), a pochi mesi dalla
morte del regista, nella quale Visconti parla di sé,
della sua famiglia ed educazione, dei suoi amici, del
suo lavoro e dei suoi sentimenti più profondi,
e anche della morte che diceva di non temere. Anche
in questo caso si tratta di materiale mai tradotto prima
in lingua lituana.
«L'opera di Visconti non necessita di alcuna apposizione.
Era una cultura viva nell'anno in cui è nata,
ed è vitale e pulsante anche al giorno d'oggi»
. Questa affermazione del critico Macaitis sottolinea
l'attualità del cinema di Visconti, che a distanza
di quasi trent'anni ha ancora molto da offrire allo
spettatore: si tratta infatti di un cinema di «uomini
vivi», secondo le parole dello stesso regista,
che tocca la sensibilità dello spettatore al
di là del tempo e della cultura di appartenenza.
Non a caso Visconti è stato definito «artista
europeo», in grado di assimilare e elaborare in
modo estremamente originale aspetti di differenti culture
diverse. Ed è proprio in quest'ottica che l'Istituto
Italiano di Cultura di Vilnius ha inteso rendere omaggio
a Luchino Visconti.
«Perché proprio oggi ci viene proposta
una parte cospicua dell'opera di Luchino Visconti? Sarà
una sorta di oasi nella corsa generale, che costringe
a fermarsi? Ma non un'oasi “pubblicitaria”,
che svanisce in un batter d'occhio e irrompe nella coscienza
per mezzo di bellezze fasulle, bensì quella che,
una volta fermi, invita ad osservare, ad approfondire,
stimola il lavoro dell'animo, talvolta assai faticoso.
Magica è l'attrazione esercitata da tale opera:
come un ritratto classico, sembra accompagnarti con
lo sguardo, invitandoti a tornare ancora. In quei casi
hai la sensazione che, appena ti giri, capirai qualcosa
di essenziale sia su te stesso che sulla vita. Nel periodo
“postviscontiano” è apparso nel cinema
più di un genio effimero, ma oggi pressoché
tutti vengono derisi da insolenti postmodernisti, irriverenti
verso le autorità. L'opera di Visconti, però,
non viene attaccata da nessuno, poiché tutti
capiscono che sarebbe insensato. Anche a me è
capitato di usare l'attributo “classico”,
ma dire “classico del fumetto”, “classico
del thriller”, indica solamente che la data opera
adempie bene alle regole non troppo elevate del genere
prescelto. L'opera di Visconti, invece, non necessita
di alcun attributo. Era una cultura viva nell'anno in
cui è nata, ed è vitale e pulsante anche
al giorno d'oggi. È un classico il cui valore,
come succede in questi casi, si capisce da sé,
è semplice, non necessita di apprezzamenti. Nel
film Gruppo di famiglia in un interno Burt
Lancaster interpreta un aristocratico eremita, collezionista
d'arte, nel quale qualcuno vede dei tratti autobiografici
dell'artista. Chi lo crede ha ragione e nello stesso
tempo sbaglia. Fino al termine della vita e circondato
da bellezza ineguagliabile, Visconti non si limitò
all' egoistica contemplazione. L'arte da lui stesso
creata costituisce un contributo alla vita, significa
volontà di cambiarla. Forse non a caso in Gruppo
di famiglia in un interno appaiono per la prima
volta protagonisti giovani, ingenuamente radicali, ma
simpatici, i quali danno un senso anche all'esistenza
del protagonista anziano. E negli ultimi appunti di
Visconti ce n'è uno che recita: “Giovani,
ho fiducia in voi, è a voi che appartiene il
mio lavoro. Che siate uniti dalla solidarietà.
Siate uniti, quanto possibile. Non vi sto facendo una
predica, ve lo dico di tutto cuore”. I giovani
lituani risponderanno alla sincerità del Maestro?»
Saulius Macaitis |