omaggio a luchino visconti
Gaetano Delogu dirige l'Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
regia di Stefano Masi

milano 6 marzo 2006
Concerto organizzato in collaborazione con la Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano «Giuseppe Verdi».
In occasione del primo centenario della nascita e del trentennale della morte di Luchino Visconti, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano presenta una rassegna per celebrare il grande maestro, regista e intellettuale di fama internazionale. Il programma celebrativo di «Luchino Visconti. Passione e ragione. Concerti, incontri, film, video» prevede un ricco calendario di eventi – concerti, incontri, proiezioni – che si svilupperanno per tutto il mese di marzo conducendo il pubblico sulle tracce di ciò che è stato e recuperandone la contemporaneità.
La rassegna si apre il 6 marzo alle ore 20.30 al Teatro degli Arcimboldi con Luchino Visconti, musica e memoria, un concerto dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi Giuseppe Verdi, diretta da Gaetano Delogu ha eseguito le musiche di Richard Wagner Lohengrin- Preludio dell'alto I (L'innocente); Nino Rota Rocco e i suoi fratelli, Suite; Franco Mannino Adagio dell'Innocente (L'innocente); Nino Rota dalla Suite delle danze e Suite sinfonica de Il Gattopardo: Introduzione e Viaggio a Donnafugata Mazurka, Controdanza, Galop, Valzer del Commiato, Valzer brillante (o Valzer Verdi); Jacques Offenbach La Péricho/e-Ouverture (Ludwig) e di Gustav Mahler Adagetto dalla V Sinfonia in do diesis minore-Adagietto, (Morte a Venezia) . Il concerto è accompagnato da proiezioni di elaborazioni grafiche dei materiali conservati nell'Archivio Visconti della Fondazione Istituto Gramsci. Si continua, dal 14 al 19 marzo al Cinema Gnomo, con una rassegna cinematografica a cura di Milano Cinema. Sempre il 14, e in replica il 15, il Centro Studi Eoliano presenterà il volume «La terra trema», dedicato all’omonimo film di Visconti. Le celebrazioni si chiudono il 27 marzo al Teatro Dal Verme con «Testimonianze e ricordi: Luchino Visconti nella memoria di chi lo ha conosciuto», a cui parteciperanno, tra gli altri, Adriana Asti, Claudia Cardinale, Giorgio Ferrara, Carla Fracci, Beppe Menegatti, Lucilla Morlacchi, Ottavia Piccolo, e il Gran Ballo del Gattopardo, organizzato nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale.

In un 'intervista dei primissimi anni Settanta Luchino Visconti affermava:«I film che ho fatto non sono come li avrei voluti fare. I film che avrei voluto fare non li ho mai girati». Nella sua lunga carriera cinematografìca Visconti ebbe infatti grandi rimpianti per non essere riuscito a dar vita sullo schermo ad alcuni dei progetti a cui più teneva, vere e proprie ossessioni che mai cessarono di inquietare il regista e che, abbandonati e ripresi più volte, finirono, per i più svariati motivi, per non veder mai la luce. Eppure alcune tracce di questi film sopravvivono impresse in bozzetti e disegni, foto di sopralluoghi e di potenziali interpreti, finanche in alcune sequenze destinate a quei capolavori che ancora oggi possiamo ammirare compiuti, ma che furono in realtà girate come testimonianza d'un irriducibile e inappagato desiderio di dar forma ad un sogno mai divenuto realtà. Fu soprattutto, ironia della sorte, la Recherche di Proust a dominare, per più d'un decennio (dal 1961 al 1971), la fantasiosa creatività di Visconti e di molti dei suoi più stretti collaboratori che fornirono sceneggiatura, schizzi e storyboards per un film che non venne mai realizzato (e che avrebbe addirittura visto il ritorno sullo schermo di Greta Garbo!).
E' ancora più facile tuttavia, attraverso quei frammenti, osservare in dettaglio tutto il mondo di Visconti: quello dei ricordi e della storia, quello delle letture, dell'arte e della musica predilette, persino quello più insondabile del suo lavoro di regista, teatrale e cinematografico. Come non ravvisare infatti il fantasma della proustiana spiaggia di Balbec nella panoramica del Lido in Morte a Venezia, oppure l'eco di una delle soirée chez Guermantes nell'arrivo degli ospiti a Palazzo Gangi per il grande ballo de Il Gattopardo o in alcune delle riunioni mondane de L'innocente. Ricostruire questi progetti irrealizzati significa ripercorrere le tappe fondamentali dell'esperienza cinematografica di Visconti, da quella neorealista della «trilogia dei vinti» (1947) di cui resta solo l'Episodio del Mare, altrimenti inspiegabile sottotitolo di La terra trema alla precedente riduzione cinematografica della novella verghiana L'amante di Gramigna (1942), osteggiata dal ministro fascista Pavolini, ma presente in alcuni dettagli di Ossessione. Addirittura nel mai realizzato Pensione Oltremare (1949) sarebbe dovuta entrare l'esperienza partigiana dello stesso regista.
Il mondo borghese, la crisi della famiglia e della coppia, il repentino mutamento della società italiana del dopoguerra avrebbero dovuto essere i temi affrontati in Marcia Nuziale (1950), ma che finirono in seguito per fornire l'ossatura degli episodi Il lavoro e La strega bruciata viva, di Vaghe stelle dell’orsa e non ultimo di Rocco e i suoi fratelli. La decadenza della società occidentale, dai suoi prodromi primonovecenteschi all'avvento del nazismo, si sarebbero dovuti tradurre in pellicole come Il giovane Torless (I965), tratto da Robert Musil, e confluito in parte ne La caduta degli dei, in parte anche in Morte a Venezia, oppure La contessa Tornowska (1965) la cui enigmatica figura, affidata a Romy Schneider, sopravvive in alcune inquadrature di Sissi, in parte espunte in parte integrate in Ludwig. La decisione stessa di fare del protagonista di Morte a Venezia un musicista piuttosto che uno scrittore, come nell'originale di Thomas Mann, deriva da un progetto mai realizzato di una «non biografica» Vita di Puccini (1969). E sempre Thomas Mann, ma con La montagna incantata (1972), fornì l'idea per un ennesimo film, un'idea che non abbandonò mai, almeno sino alla morte, avvenuta nel 1976, la prolifica creatività di Visconti. Stefano Masi

 
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