la mostra i testi
GRAMSCI E IL NOVECENTO
Reggio Emilia 28 agosto | 21 settembre 1997
Campo Volo festa nazionale de l'Unità
a cura di Chiara Daniele, Donatella Di Benedetto, Fiamma Lussana, Anna Bodini
Mostra organizzata in collaborazione con ANG Associazione Nazionale Antonio Gramsci in occasione del sessantesimo anniversario della morte di Antonio Gramsci.

La mostra
Nell'ambito della manifestazioni per il sessantesimo della morte di Gramsci 1937-1997, la Fondazione ha dedicato una mostra al tema Gramsci e il Novecento volendo evocare, con il linguaggio dei simboli, il messaggio intellettuale del grande pensatore sardo. La mostra ha proposto un percorso nel quale si sono intrecciati – in una ragionata scelta d’immagini, di testi gramsciani e di note – i momenti più significativi della biografia umana e politica di Antonio Gramsci, le crisi e le trasformazioni mondiali che hanno drammaticamente segnato i primi trenta anni del Novecento e i concetti e le categorie che Gramsci forgiò per leggere e indagare queste crisi e queste trasformazioni.
La mostra è stata curata per la parte dei testi da Chiara Daniele, Donatella Di Benedetto e da Fiamma Lussana, per la parte grafica da Anna Bodini e, per il progetto di allestimento, da Sergio Pasanisi .
Il progetto della mostra ha previsto la realizzazione, all’interno dello spazio espositivo, di una struttura creata espressamente per l’occasione, che ha potuto contenere testi, immagini e teche per i manoscritti costituendo, così, l’elemento generativo degli altri spazi. L’obiettivo prefisso è stato di valorizzare l’iniziativa anche attraverso il progetto di allestimento, ed enfatizzare l’evento costituito dall’esposizione dei manoscritti originali.
La struttura è stata sviluppata in un prisma, di circa 20 mt di lunghezza, realizzato in legno disposto trasversalmente alla sala, all’interno del quale sono stati ricavati, attraverso l’inserzione con altri volumi vistuali, i vani in cui collocare le teche. Sulle pareti esterne del prisma sono state collocate, secondo un disegno coordinato, immagini e testi di un percorso biografico di Gramsci arricchito di due postazioni-tv che hanno trasmesso ininterrottamente documentari su Gramsci o sugli eventi storico-sociali che hanno attraversato la sua epoca. Lo spazio intorno al prisma è stato allestito in modo integrato al disegno generativo dei vani interni, in modo che gli spazi espositivi per le opere d’arte, i libri, e le postazione internet hanno trovato una sistemazione coerente al disegno generale anche attraverso un uso appropriato dei colori delle pareti e della pavimentazione. Hanno completato la mostra 8 litografie che altrettanti artisti hanno prodotto per l’occasione. La mostra è stata accompagnata da una colonna sonora originale – a cura di Francesca Vacca – che ha attraversato il periodo storico fissando momenti musicali di diverso genere e di grande suggestione. Della mostra è stato realizzato un catalogo.
Dalla mostra, allestita negli spazi della Festa nazionale de l'Unità, sono stati tratti i testi e le immagini per la realizzazione di 14 pannelli (100x70) stampati in quadricromia su carta patinata opaca e montati su supporto rigido (forex). La trasformazione in forma di pannelli è stata necessaria affinché la mostra potesse essere stampata in più copie per essere vista contemporaneamente in spazi diversi.

Il catalogo
A sessant'anni dalla morte Antonio Gramsci (1891-1937) è oggi l'autore italiano contemporaneo più tradotto e studiato nel mondo. Questa «fortuna» è dovuta alle Lettere dal carcere e ai Quaderni del carcere. Le prime costituiscono un monumento della lingua e della letteratura italiana, un esempio di grandezza intellettuale e morale che, riconosciuto come tale fin dall'apparire della loro prima e parziale pubblicazione, nel '47, oggi concorrono alla diffusione della nostra cultura in quasi tutte le principali aree linguistiche del mondo. I secondi, forse ancora più tradotti delle prime, costituiscono un classico del pensiero politico del Novecento.
Gramsci fu un uomo politico e nella politica – l'azione, la lotta il pensiero – risiede l'unità della sua opera. Anche negli anni del carcere fascista, che ne logorò irrimediabilmente la fibra e ne spense prematuramente la vita, Gramsci fu «un combattente politico», un riformatore europeo e un grande italiano. Egli diede inizio alla più rilevante corrente comunistica critica della stalinismo e alternativa al «marxismo sovietico». Non si possono leggere i suoi carteggi e tanto meno si può intendere il pensiero consegnato ai Quaderni del carcere distaccandoli dalla sua biografia e dalle lotte politiche che la segnarono. Ma esso trascende la sua vita e, quanto più trascorre il tempo, e le sue opere si diffondono in contesti storico culturali lontani da quello in cui furono originariamente concepite, tanto più la sua ricerca si afferma come un «crocevia» delle maggiori «quistioni» del Novecento: i dilemmi della modernità, la soggettività dei popoli, le prospettive dell'industrialismo, la crisi dello Stato-nazione, le vie nuove e difficili della democrazia, il fondamento morale della politica. Così essa concorre a definire un «programma scientifico» anticipatore, vitale per la riflessione e l'impegno di noi uomini e donne del ventunesimo secolo.
Classico è un autore dopo il quale noi non possiamo pensare senza fare riferimento anche alla sua opera. Attuale è un pensatore nella riflessione del quale sono indagati problemi che interrogano il nostro tempo, la nostra sensibilità, la nostra vita intellettuale, politica e morale. In questo senso Gramsci è a pieno titolo un classico del Novecento. Egli ha esplorato le vie concettuali e concrete attraverso le quali la politica democratica può essere costruita: la concezione della politica come egemonia, contrapposta alla politica come forza; la distinzione della politica dallo Stato per superare l'antitesi moderna fra politica e morale; il mutamento delle condizioni storiche che fossilizzano i rapporti fra dirigenti e diretti sicché la politica democratica possa affermarsi come volontà collettiva, processo attivo della coscienza e della volontà dei popoli che, per conquistare la libertà, si organizzano e si uniscono. Una possibilità che, per la prima volta nella storia, è data al nostro tempo e definisce la speranza e il fine razionale concreto delle donne e degli uomini di oggi. Perciò abbiamo dedicato questa mostra al tema Gramsci e il Novecento volendo evocare, col linguaggio dei simboli, il messaggio intellettuale del grande pensatore sardo.
Presentazione del catalogo della mostra di Giuseppe Vacca

Il FILM
L’allestimento della mostra Gramsci e il Novecento è stata la suggestione da cui è partito Lizzani per narrare Antonio Gramsci raccontato attraverso le sue stesse parole. Le immagini di repertorio, i materiali della mostra e le tecnologie usate per il montaggio della stessa sono divenuti così materia per un film che Carlo Lizzani ha realizzato per la Rai - Rai educational | Progetto mondo 3
 
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