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EDIZIONE
NAZIONALE degli SCRITTI DI ANTONIO GRAMSCI |
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EPISTOLARIO 2. 1923
Gennaio-Novembre 1923
a cura di David Bidussa, Francesco Giasi e Maria Luisa
Righi
con la collaborazione di Leonardo P. D'Alessandro,
Eleonora Lattanzi e Francesco Ursini Istituto
della Enciclopedia Italiana, Roma 2011
Il presente voiume dell’epistolario raccoglie le
lettere del 1923, da gennaio sino all’arrivo di
Gramsci a Vienna il 4 dicembre. Le lettere di Gramsci
e quelle a lui indirizzate sono pubblicate nella prima
sezione (Epistolario); quelle che gli furono inviate in
copia e quelle prodotte da organismi dirigenti di cui
era membro sono collocate nell’Appendice 1; nell’Appendice
2 sono in fine ospitate le minute di lettere incompiute
scritte da Gramsci. Ad esclusione delle lettere di carattere
privato indirizzate a Eugenia e Giulia Schucht, la corrispondenza
concerne la sua attività di rappresentante del
Partito comunista d’italia nell’Esecutivo
del Comintern.
Nel loro insieme, le lettere offrono numerosi elementi
per ricostruite con maggiore puntualità la biografia
politica e privata di Gramsci durante il soggiorno moscovita.
Giunto a Mosca nel giugno del 1922 per partecipare al
o Plenum e destinato a rientrare in Italia a metà
gennaio dopo la fine dei lavori della Commissione per
la fusione fra il Pcdl e il Psi, Gramsci rimase invece
in Russia per altri undici mesi, continuando a rappresentare
il PcdI negli organismi dirigenti dell’Ic. il carteggio
ci restituisce ampiamente i termini del dibattito politico
che caratterizzò il terzo anno di vita del partito:
gli effetti della repressione fascista a partire dagli
arresti che colpirono i partecipanti al IV Congresso dell’lc
(inizio della cosiddetta «battuta anticomunista»
che portò nel corso dell’anno alla carcerazione
di quasi tutti i dirigenti del PcdI presenti in Italia);
le critiche rivolte dall’Internazionale al partito
italiano per l’incapacità di dar vita ad
apparati illegali in grado di fronteggiare l’azione
persecutoria del governo; il fallimento della fusione
col Psi nei termini stabiliti a Mosca nel dicembre del
1922; l’attività svolta in Italia dai rappresentanti
del Comintern (principalmente Rakosi e Manuil’skij);
il problema dell’emigrazione politica divenuta massiccia
dopo la Marcia su Roma; le decisioni assunte dal III Plenum
con la nomina di un nuovo Esecutivo; i rapporti tra la
maggioranza, ancora guidata da Bordiga, e la minoranza
capeggiata da Tasca. Per quanto l’attività
di Gramsci nel Ce abbia riguardato l’azione complessiva
dispiegata dall’internazionale nel corso del 1923,
dalle lettere emerge prevalentemente quella da lui svolta
in qualità di rappresentante del partito italiano
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