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EDIZIONE
NAZIONALE degli SCRITTI DI ANTONIO GRAMSCI |
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EPISTOLARIO. 1906-1937
1. Gennaio 1906-Dicembre 1922
a cura di David Bidussa, Francesco Giasi,
Gadi Luzzatto Voghera e Maria Luisa Righi
con la collaborazione di Leonardo P. D'Alessandro,
Benedetta Garzarelli, Eleonora Lattanzi,
Luigi Manias e Francesco Ursini Istituto
della Enciclopedia Italiana, Roma 2009
Il volume raccoglie le lettere nel periodo
compreso fra il gennaio 1906 e il dicembre 1922. Le lettere
inviate a Gramsci in copia e quelle indirizzate agli organismi
dirigenti di partito di cui era membro sono raccolte nell’Appendice;
si tratta per lo più di lettere della seconda metà
del 1922 scritte da Bordiga al Segretariato dell’Internazionale
comunista (allora composto da Eberlein, Kuusinen, Minkin,
Rákosi e dal polacco Felix Kohn), e indirizzate
a Gramsci per conoscenza, in quanto rappresentante del
partito italiano a Mosca. Nell’Appendice –
riservata alle minute e ai frammenti di lettere –
sono pubblicate cinque minute di una lettera di Giulia
Schucht a Gramsci dell’ottobre 1922. L’epistolario
si apre con una cartolina di saluti inviata a Gramsci
dalla madre e da Ezio Camedda, un amico di famiglia, il
17 gennaio 1906. Gramsci frequentava allora la prima classe
ginnasiale a Santu Lussurgiu, dove studiò nei tre
anni successivi. Di questo periodo, a parte un’altra
cartolina di saluti, resta soltanto una lettera al padre
scritta in vista degli esami per la licenza ginnasiale
che sostenne a Oristano (lettera 3). Ben più corposo
è l’epistolario del periodo cagliaritano,
che contiene principalmente le lettere che il giovane
liceale scrisse ai familiari. Mancano purtroppo quelle
che lui ricevette da Ghilarza, mentre ci restano quelle
di tre compagni di classe (lettere 25, 33, 34, 35 e 37)
e il biglietto di Raffa Garzia – suo professore
al Dettòri – inviatogli alla vigilia del
suo esordio da giornalista nell’estate del 1910.
Trasferitosi a Torino nell’autunno del 1911, continuò
a scrivere regolarmente alla famiglia fino al gennaio
1914. L’epistolario familiare di questo periodo
è abbastanza consistente e registra la presenza,
seppur lacunosa, anche di lettere del padre, della madre
e dei fratelli. Esso contribuisce a chiarire ulteriormente
il quadro dei rapporti familiari, la quotidianità
domestica dei Gramsci, sempre alle prese con gravi difficoltà
economiche. L’assenza di lettere ai familiari nel
periodo successivo, più che attribuibile alla dispersione
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